Lavorate voi

“Pensavo che vorrei scappare in Thailandia, farmi una skinny teen di quelle che si vedono su YouPorn, portarla a Las Vegas, videochiamare mia madre e dirle: ‘Ciao, mamma, questa e mia moglie’, solo per vedere la faccia che fa. Pensavo che trovare un pretesto per litigare prima di partire per un lungo viaggio puo aiutarti a sentire meno la mancanza della persona da cui ti separi. Pensavo che, comunque, non avrei mai il coraggio di andarmene da qui. Pensavo a quanti pochi uomini rifiuterebbero le donne che chiamano ‘amiche’ se queste ultime gliela sbattessero esplicitamente in faccia. Pensavo che, quando ho poco tempo, mi piacerebbe entrare in camera e trovare Camille con i preliminari gia fatti. Pensavo che se dovessimo fare la conta degli orgasmi ricevuti e procurati, Camille me ne dovrebbe un bel po’. Pensavo che disporre di molto denaro puo facilitare i tradimenti. Pensavo che quando le persone ti piazzano li una battuta, in realta, spesso, stanno manifestando il loro vero pensiero. Pensavo che molte persone lavorano piu tempo di quanto ne passino a dormire. Pensavo che ‘birra media’ e un’espressione che uso spesso. Pensavo al mio timore che Camille possa lasciarmi per andare con uno piu ricco. Pensavo che quando bevi e ti droghi per parcheggiare fuori la realta, lei si fa sempre piu famelica e piu affamata. Pensavo che i soldi forniscono liberta; ma per avere i soldi bisogna lavorare, e il lavoro toglie la liberta.” Federico ha una vita di merda, un lavoro che odia, pochi soldi, sesso occasionale piu o meno scadente e una storia d’amore complicata. Come molti altri trentenni. Frank Gramuglia racconta la sua storia in questo romanzo cinico, oltraggioso e politicamente scorretto, in cui si ride, ci si emoziona e, a volte, capita di ripensare a ogni scelta sbagliata che abbiamo fatto solo per noia o per abitudine.

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