«Testimonianza vibrante di quegli irripetibili anni Cinquanta napoletani e italiani – teneri e sfacciati, avviticchiati e svaniti come i giri di un cavatappi – e fedelissima alle loro sfumature piu dolorosamente superficiali ed effimere, *Ferito a morte* e anche un classico. È un libro straordinario, che fonde perfettamente natura e storia, coerenza strutturale della costruzione narrativa e impalpabile poesia del fluire della vita, percezione sensibile e critica politica, l’istante atemporale dell’epifania esistenziale e la storicita (entrambi incarnati in una Napoli mitica e reale), pessimismo e felicita, compresenti nel cuore come nella seduzione del mare, fisicita immediata e riflessione.» *Claudio Magris*