C’e un solo modo, vivo e palpitante, di conoscere Roma antica ed e attraverso i suoi monumenti, testimoni muti di un passato glorioso che svolgono il ruolo fondamentale di memoria del tempo da cui provengono. Vi siete mai chiesti quante persone ha visto morire il Colosseo fra le sue strutture? O quanti tramonti e albe ha vissuto il Foro Romano? O quanta gente ha guardato a testa in su la Colonna Traiana che se ne sta li nella sua maestosita dal 113 d.C.? Conoscendo i segreti e le vicende di queste splendide costruzioni, tutto si illumina e loro diventano la rappresentazione reale, fisica e tangibile, di un passato solo apparentemente lontano. Protagonista di questo libro non e solo la storia di Roma antica: e tutto quello che ruota attorno a essa, alle date e ai personaggi che l’hanno fatta (anche loro malgrado); e quel filo invisibile che non si e mai spezzato fino a oggi. Buona parte di cio che siamo, pensiamo, percepiamo si puo rintracciare in cio che accadde a partire da ventotto secoli fa in quell’anonimo centro rurale formatosi attorno a qualche colle vicino a un guado sul Tevere. I sette monumenti scelti (Foro Romano, Circo Massimo, Colosseo, Pantheon, Colonna Traiana, Terme di Caracalla e Arco di Costantino) diventano l’occasione per narrare gli aspetti meno noti dell’antico mondo romano, le curiosita meno conosciute, i vizi, le debolezze e le grandezze non solo dei personaggi piu celebri ma anche della gente comune, le invenzioni, gli spettacoli, i divertimenti, le terme, la vita sociale e i suoi protagonisti, i numeri e i record di un impero vastissimo. Muovendoci in uno scenario reale (troppo spesso travisato da film e romanzi) si puo cogliere l’essenza dei nostri antenati, l’ingegno, la furbizia, la sagacia, i sentimenti, ma anche i difetti e la loro (per noi sconcertante) crudelta. Ma perche sette monumenti? Perche bastavano a ricostruire la vita quotidiana di tutto il millennio romano-antico, e perche sette era un numero dalla profonda simbologia nel superstiziosissimo mondo romano: sette i colli (eppure Roma nelle immediate vicinanze del centro presenta anche altri colli oltre ai sette antichi), sette i re (che quasi certamente non furono sette)… Questo numero ha giocato, nella storia e nella cultura della citta, un ruolo determinante. «Roma assomiglia all’inconscio. Le antiche testimonianze emergono qua e la nel tessuto cittadino come i ricordi di un passato indelebile. Il paragone tra Roma e l’inconscio venne fatto da Freud, che con questo accostamento colse l’anima piu profonda della Citta Eterna. Lo stesso stupore coglie oggi il visitatore quando si accorge di passeggiare sopra metri di storia e di memoria accumulata nei secoli».